Unitarietà biospirituale dell’esistenza…
Volendo abbracciare in un unico concetto l’unione tra spirito e vita, in cui condividere solidarietà, coscienza dell’ambiente e della reciproca appartenenza, della fatica e dei pericoli ma allo stesso tempo spensieratezza, e desiderando riportare quella esperienza unitaria nella nostra vita quotidiana, mi sono ritrovato a dover decidere quale parola potesse meglio indicare quel pensiero.
Il termine finora usato “religione” (dal latino religo) sta a significare “ri-unire” ma non si può affermare che la vita abbia mai avuto separazioni in se stessa.. Se avesse subito una separazione non sarebbe più vita. Infatti anche la morte è una fase nel processo vitale. Quindi parlare di “religione della natura” può essere fuorviante. Poiché la natura è già un tutto unito, un unicum.
Preferirei magari usare la parola “biospiritualità”, neologismo che ben descrive ciò che è sempre stato e sempre sarà… Ma questa sostituzione, da religione a biospiritualità, potrebbe generare controversie ideologiche.
A volte, sembra che le parole nascono per creare discordia fra gli uomini… L’incomprensione sorta con la diversità dei linguaggi è alla base delle antipatie e del sospetto che gli esseri umani percepiscono gli uni verso gli altri… Il linguaggio comune unisce ed all’inizio tutti gli umani parlavano la stessa lingua, il “nostratico” viene chiamato in glottologia, poi da quella radice ancestrale, nella diaspora umana planetaria, sono sorti rami e ramoscelli sempre più diversi…
La mitologia della torre di Babele è simbolica ma veritiera… Gli uomini appena salvatisi dal diluvio universale si concentrarono tutti in un luogo e cominciarono ad erigere un monumento di ringraziamento a Dio (forse però a quel tempo era la Dea), simbolicamente questa torre zigurratica saliva sempre più in altezza (per arrivare in cielo) ma l’uomo è fatto per la terra e così Dio (o la Dea) confuse i linguaggi e gli uomini che non potevano più comprendersi si allontanarono alla conquista del mondo, finché tutto il pianeta fu abitato…
Certo questa è una favola ma fa pensare come la differenza delle lingue allontani l’uomo dall’uomo. Sarà per questo che in ogni epoca un potere emergente cerca di stabilirsi attraverso una lingua? Sicuramente è avvenuto così con il sanscrito, il greco, il latino… ed ora l’inglese.
Ma aspetta aspetta.. non intendevo fare un discorso semantico linguistico.. anzi.. volevo parlare dell’unico elemento che è in grado di unire e di far riconoscere l’uomo in se stesso e agli altri come manifestazione della stessa matrice vitale. Questo elemento è la “coscienza-intelligenza”, che unisce tutti i viventi e -in latenza- anche il mondo inorganico.
Questa coscienza/intelligenza è stata definita da tempo immemorabile “spirito”. Spirito e vita sono consequenziali ed inseparabili. Insomma, per definitivamente sancire l’indissolubilità tra spirito e materia, mi è venuta l’ispirazione di usare la parola “biospiritualità”.
E cosa si intende per biospiritualità? Vuol dire che il più alto ottenimento si ottiene nel vivere qui ed ora, non in qualche altro luogo od in qualche altro tempo. Noi siamo in ogni momento dell’esistenza. La Realtà Suprema non è in un altrove ed a parte da questa esistenza. La Terra, l’Universo ne sono impregnati.
Biospiritualità è l’espressione, l’odore sottile, il messaggio intrinseco, che traspira dalla materia tutta. Il sentimento di costante presenza indivisa, la consapevolezza dell’inscindibilità della vita, riconoscibile in ogni sua forma e componente, partendo dal “soggetto” percepiente, questa è la pratica stabile dell’essere biospirituale.
La conoscenza suprema significa sapere che tutto quel che “è” lo è in quanto tale ed in se stesso. Perché l’esistente è uno, non può esserci “altro”… Possiamo definire questo stato “liberazione” dall’illusorio senso di separazione… poiché la biospiritualità non può ammettere separazione ma solo diversità nei modi espressivi e nelle forme esteriori…
Al momento opportuno ognuno di noi sentirà l’impulso a riconoscersi in quel che è, ed è sempre stato, e questo è lo scopo della biospiritualità. Ed è un modo per realizzare la nuova era ecozoica bioregionale.
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana