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Tracce di bioregionalismo… e carta degli intenti della Rete Bioregionale Italiana

 

Risultati immagini per l'idea  bioregionale
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Care, cari, durante gli incontri annuali della Rete Bioregionale abbiamo spesso parlato di come attuare praticamente l’idea bioregionale, portando esempi concreti… Secondo il mio punto di vista la cosa più importante è sviluppare la capacità di “sopravvivenza” in qualsiasi condizione la vita ci ponga  ed è per questo che propongo la conoscenza delle erbe ed il vegetarismo  come approccio di riarmonizzazione per soddisfare  i bisogni primari reali. Ma alcuni amici mi chiedono di esporre alcune indicazioni generali sul “bioregionalismo”, per far conoscere le linee guida dell’idea bioregionale e della sua attuazione pratica…
 
Paolo D’Arpini – bioregionalismo.treia@gmail.com
 
La scomparsa della civiltà antalidea e Calcata fra storia e psicostoria

Rete Bioregionale Italiana – Carta degli intenti

 
Manifesto fondativo e Carta degli Intenti 
 

La Rete Bioregionale Italiana, nata nella primavera del 1996 ad Acquapendente (nel parco di Monte Rufeno), si pone come “terreno comune” per gruppi e singole persone per condividere idee, informazioni, emozioni, esperienze e progetti al fine di sviluppare forme e pratiche -culturali, sociali, spirituali politiche ed economiche- appropriate di vita in armonia con il proprio luogo, la propria Bioregione, con le altre Bioregioni ed il pianeta terra.

La Rete è ispirata dall’idea di Bioregione, aree omogenee definite dall’interconnessione dei sistemi naturali e dalle comunità viventi che la abitano. Una Bioregione è un insieme di relazioni in cui gli umani sono chiamati a vivere e agire come parte delle comunità naturali che ne definiscono la vita. La Bioregione è un luogo geografico riconoscibile per le sue caratteristiche di suolo, di specie vegetali ed animali,di clima,oltre che per la cultura umana che da tempo immemorabile si è sviluppata in armonia con tutto questo.

Per Bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria Bioregione considerandola non più come un’entità da sfruttare, ma piuttosto come un insieme di esseri ed elementi viventi, piante, animali, monti, terra, acqua, di cui l’uomo ne è una parte. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza, possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica,psichica e spirituale vi sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo su “piccola scala”, localmente, e se ancorata ad una visione olistica del sapere.

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a-parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano. Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici, riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario…

Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi popolari e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali ed orientali.