“Sul Fondo del Barile. Crisi sociale e recupero del Sé” di Lorenzo Merlo – Recensione
*
La consapevolezza che l’attuale mondo “moderno” si trovi in una profondissima crisi va aumentando di anno in anno, pur con aspetti molto diversi. Anche le persone che ne acquistano coscienza hanno le origini culturali più varie. Alcuni autori parlano di una situazione in peggioramento inesorabile, altri pensano che la nostra civiltà, ormai diffusa in tutto il mondo, si trova vicina al “fondo del barile”: quindi è possibile una prossima risalita. In quest’ultima categoria possiamo mettere questo libro, come si può intuire anche dal titolo.
La maggior parte delle critiche al mondo attuale parla quasi soltanto il linguaggio dell’economia, il “solito” linguaggio. In questo libro, come in alcuni altri, si estende la critica a tanti campi, che in realtà stanno alla radice del profondo disagio della società: filosofia, fisica, sociologia, psicoanalisi, crisi ecologica. Scienza e tecnologia, la nuova Fede della modernità, mostrano l’inadeguatezza delle loro pretese.
Nel testo di Lorenzo Merlo si incontrano numerosissime citazioni, tutte azzeccate e ben inserite, provenienti da Autori di formazione molto diversa, che comunque contribuiscono all’analisi della gravissima crisi attuale, dei valori, delle coscienze, ma soprattutto dell’intera Terra, non soltanto dell’umanità, che in fondo ne costituisce una componente, sia pure estremamente invadente. Sul lato umano, la malattia è spirituale, è la ricerca ossessiva del piacere e della crescita materiale, è la caduta del senso del limite causata dall’illusione di onnipotenza di un “ego” mostruoso, anche collettivo. Vi è anche la critica degli intellettuali cosiddetti di sinistra che ritengono possibile abbattere il capitalismo in nome del progresso e la stupida illusione di quelli cosiddetti di destra che ritengono possibile difendere i valori tradizionali ma anche la competizione economica globalizzata, che ne è il contrario. Ma destra e sinistra sono categorie del secolo scorso, buone per i libri di storia.
La prima parte del testo è dedicato alla gravità della situazione attuale, successivamente viene la consapevolezza, la terza parte parla della risalita. Se siamo sul fondo del barile, significa che possiamo soltanto risalire.
All’inizio della terza parte sta scritto:
Ma nella contrazione generale che tutto ha coinvolto, c’è uno spazio che si espande e respira sotto le macerie della post-modernità. E’ una vena sottotraccia che non ha ancora il linguaggio idoneo per uscire e pubblicarsi, ma lo troverà. Si tratta delle voci di coloro che in tutto questo discorso, che alcuni non esitano a chiamare catastrofico, riconoscono la presenza satanica di un comune genitore, il materialismo tout court. Con i suoi figli, il positivismo, il capitalismo, lo scientismo, l’imperialismo; con i suoi nipoti, l’opulenza, il culto della personalità e quello del denaro; con i suoi dogmi, per il progresso ad infinitum, per la tecnologia, per il tempo lineare, per l’apparire, forma una famiglia piuttosto invadente e pesante, che oscura e mortifica l’intelligenza del cuore, la bellezza, il senso del bene comune, l’equilibrio individuale e sociale.
Anche dopo un collasso si può vedere il lato positivo perché tutto è da ricostruire, in modo nuovo. Il materialismo è giunto al suo limite. Cresce la consapevolezza spirituale, Ecologia Profonda e Bioregionalismo rappresentano lo spirito nuovo, le iniziative “spiritualiste” sono in aumento e possono far rivivere l’essenziale, la sobrietà, la convivialità, magari in piccole comunità del tutto nuove.
Per la prima volta nella storia l’uomo ha i mezzi tecnici per distruggere la Vita, di cui comunque fa parte. Oggi viviamo la tragedia dell’eccesso di popolazione. All’inizio del secolo scorso il Pianeta era abitato da un miliardo e mezzo di persone, e da un numero ancora abbastanza equilibrato di esseri senzienti. Ora siamo 7.6 miliardi e la biovarietà è in rapido declino. Si estinguono 50 specie al giorno, più o meno. Questo è veramente il punto grave da cui è difficile uscire, ma possiamo sperare in meraviglioso imprevisto.
L’Autore non critica la scienza, ma lo scientismo, cioè l’atteggiamento monopolistico e dogmatico della scienza ufficiale meccanicista, che viene creduta l’unica solo perché è quella che viene divulgata. Fra le citazioni figurano spesso scienziati come Werner Heisenberg e Fritjof Capra, che sono portatori di una fisica del tutto nuova, cioè una scienza in cui compaiono anche i fenomeni mentali, anzi, ne sono una parte inscindibile. Fra le citazioni c’è anche Gregory Bateson, il filosofo-antropologo inglese che tanto ha contribuito al nuovo paradigma, a una visione sistemica-olistica, a un completo rovesciamento del modo di vedere le cose proprio della modernità. Si tratta di una scienza che confina con la filosofia, senza un confine preciso, non della scienza che confina con la tecnologia, quella che pensa solo alle applicazioni e destinata a diventare schiava dell’industria.
Il libro “Sul fondo del barile” di Lorenzo Merlo è una validissima sintesi. Da leggere.
Guido Dalla Casa
Paolo D'Arpini
0