Ritorno alla collaborazione solidale…
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Se una persona vuole imparare da qualcuno qualcosa, o trova un qualche corso in una scuola pubblica o trovi qualcuno che ti insegna per passione (ma evidentemente campa con qualcos’altro) o si deve affidare ad un amico esperto…
Forse in questa epoca di crisi e di disoccupazione sarebbero utili per non dire necessari dei finanziamenti pubblici per favorire la conoscenza e l’apprendimento di queste attività agricole e artigianali che comportano anche la riscoperta delle nostre tradizioni e per favorire l’occupazione in settori che altrimenti faticano a trovare un nuovo sviluppo: la tessitura (con tutte le altre attività che ci stanno intorno, come la coltivazione delle piante per i filati, la raccolta e la filatura della lana ecc), la falegnameria, la cesteria, l’impagliatura delle sedie, la produzione di manufatti in terracotta, ecc.
Tutte queste attività possono anche avere un risvolto artistico, oltre che utilitaristico, e l’arte e la bellezza, nel nostro mondo attuale non abbondano certo… Non dobbiamo trascurare poi la conoscenza su argomenti culturali. Purtroppo vedo che vere occasioni di condivisione “pura” dei saperi sono sempre più rare. Forse ben ci sta non dico a noi personalmente, ma come genere umano che vive nell’opulento occidente, ma dove le persone ormai sono completamente dipendenti per tutto: per il cibo che non sappiamo più autoprodurre (e vai al supermercato), per l’abbigliamento (io me la cavo bene col riciclo di roba usata, mi piace fare la maglia e vorrei imparare anche a cucire), per l’energia (ancora mi servo dell’auto per lavoro e anche gli spostamenti che comunque sono un’abitudine, ma mi sposto il meno possibile.
La condivisione delle conoscenze bioregionali sarebbe una gran bella cosa.
Le campagne si sono svuotate, le botteghe sono state chiuse. I genitori non avevano più nulla da insegnarci, le loro conoscenze non ci apparivano più utili e al passo coi tempi. Le donne invece di insegnare alle figlie a cucire e a cucinare hanno mostrato un altro esempio: il supermercato e le confezioni. Ricordo che ho pensato a suo tempo che ormai non eravamo più capaci neanche di portare avanti una gravidanza e di partorire, c’era (e c’è, anzi, sembra un gran passo avanti ai più ) bisogno di fare il “corso di preparazione al parto”.
Sarebbe bello che sempre più persone, spontaneamente e disinteressatamente, potessero offrire le loro conoscenze, i loro saperi e li potessero condividere come semplice atto di amore per l’umanità.
Caterina Regazzi – Rete Bioregionale Italiana
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Di questi temi se ne parlerà durante la prossima Festa dei Precursori, che si tiene a Treia il 26 e 27 aprile 2025 – Info: auser.treia@gmail.com – 0733/216293