Non posso esimermi dal fare alcune riflessioni dopo i cruenti fatti che sempre più costellano la cronaca quotidiana. La società umana sembra destinata alla disgregazione ed alla autodistruzione. Le forze del “bene”, ovvero della consapevolezza dell’unitarietà della vita, rappresentate dal bioregionalismo, dall’ecologia profonda e dalla spiritualità laica, sembrano non avere sufficiente forza per poter cambiare il corso rovinoso delle cose che precipitano attorno a noi, ed in noi…
Non dobbiamo arrenderci, la speranza di riuscita sta nella nostra perseveranza e coraggio nell’affrontare le contingenze. D’altronde l’umanità ha vissuto anche in passato momenti drammatici eppure la vita e l’evoluzione sono andate avanti.
Come un intagliatore cesella lentamente un pezzo di legno fino ad ottenerne una scultura, così noi perfezioniamo continuamente l’opera mentre viviamo. Quando una parte dell’opera è compiuta si prova un senso di appagamento ma subito dopo si continua a lavorare su un altro aspetto della nostra persona. Secondo la teoria evoluzionista procediamo attraverso una spirale ascendente ed infinita nel contesto di un processo universale. Nel I Ching è chiamata “costanza nella mutazione”. La nostra missione personale quindi si compie durante l’intera esistenza.…
Perciò, malgrado la durezza dei tempi, non demordiamo nella nostra battaglia “per una coscienza comunitaria”… Il bello del sincretismo ecologista è che si deve (e si può) avere il coraggio di convivere con chi la pensa diversamente da noi, nella consapevolezza che le idee sono solo immagini che appaiono nella mente e quindi non possono divenire sufficiente ragione di divisione all’interno della comunità umana.