…il bioregionalismo si è diffuso in molti ambiti: Decrescita (persino
Latouche ha aderito alla visione bioregionale e profonda… ed è stato
lapidato dalla decroissance francese), Permacultura, Transizione,
persino da esponenti del movimento dolciniano, poi da Massimo Fini,
dai progetti di Comune partecipativo …ecc. La Rete no! Anche perché
non esiste come movimento (e non potrebbe esistere) ma solo come
insieme di persone che hanno, tra le proprie e differenti radici
culturali e spirituali “anche” il Bioregionalismo. Non c’è, a mio
personale e modesto parere, un modo di vivere bioregionale… esistono
degli stili di vita che si ispirano alla semplicità volontaria, alla
decrescita, all’agricoltura naturale, al bioregionalismo e
all’ecologia profonda, questo in differenti misure e profondità.
Ciascuno di noi, con le proprie specificità ha diffuso la visione
bioregionale, es. 2 anni fa se digitavi bioregionalismo, trovavi il
sito di Ecologia Sociale, pagine dei Giovani Padani, Massimo Fini ecc.
… adesso troviamo il Blog, il sito di Albero Sacro, Piccolo Popolo
(che viaggia a una media di 100-120 visite al giorno) il blog del
Circolo Vegetariano VV.TT., Selvatici…
Il punto proposto: “Come è presente la rete bioregionale nel proprio
territorio, la nostra presenza incide, fa una differenza?” ci obbliga
alla domanda”perchè non si è riusciti a dare vita a presenze
collettive come Rete? Oppure a modificarla “Come è presente il
movimento bioregionalista nel nostro territorio…”
Il divario digitale tra chi ha accesso alla rete internet e chi no,
comincia a farsi sentire. Faccio un’altro esempio: ho distribuito
tramite sito e blog gli ultimi numeri del CIR una media di 700 copie
per numero mentre non riusciamo a stamparlo in cartaceo per mancanza
di fondi. L’intervista fatta a Mario Cecchi sull’ultimo numero di Lato
Selvatico non so da quante persone sia stata letta. L’ultimo numero di Quaderni di Vita Bioregionale che ho messo su internet è stato scaricato e letto 163 volte.
Capisco che la scelta vegetariana rappresenti uno spartiacque di sensibilità difficilmente colmabile … Paolo vegetariano e Etain e Martino che tirano il collo a quei bellissimi piccioni bianchi… Quindi mi auguro che nella visione bioregionale ci sia posto per le differenze…. Buon cammino.
Renato Pontiroli – Selvatici