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L’indifferenza verso la vita è peggiore della morte…

 

Chi ci guadagna se la Terra muore? - DolceVita

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Nel giro di pochi anni  abbiamo fatto della Terra un  inferno,  abbiamo causato l’agonia della vita sul pianeta… In un lasso di tempo così breve, grazie alla nostra “civiltà”, abbiamo accelerato a dismisura la sesta estinzione di massa della storia del pianeta.

Un brutale macello che abbiamo sviluppato nel silenzio più cupo della cosiddetta informazione, dei governi e delle agenzie internazionali.

Nel giro di pochi decenni abbiamo fatto fuori il 60% dei vertebrati terrestri, ridotto drasticamente gli anfibi e gli insetti impollinatori, massacrato gli stock di pesce, bruciato enormi porzioni di foresta primaria, ecc.

Ma diciamolo, non ce ne importa un granché. La nostra superbia e la nostra ignoranza ci fanno credere che sia possibile abitare questo mondo distruggendo la diversità biologica, calpestando le basi stesse della vita.

Pensiamo di poter fare a meno di tutto, tranne che di noi stessi e delle nostre velenose “comodità” e vizi. 

Quella umana è una specie assassina, drammaticamente pericolosa per le altre specie viventi e per se stessa. Non c’è niente di più osceno e di più efferato al mondo. Capace di uccidere miliardi di animali, distruggere foreste, avvelenare laghi e fiumi, lanciare bombe atomiche e passare per le camere a gas milioni di propri simili, sta letteralmente massacrando gran parte della vita su questo pianeta. Ma si tratta di puro e semplice istinto di morte, di un vizio di forma esasperato dall’odio ideologico, politico e religioso, dall’industrialismo, dal consumo e dal privilegio, o c’è dell’altro? Quello che si sa è che non è stato sempre così. Per lungo tempo e in qualche caso anche oggi, alcune comunità umane hanno prosperato relegando la violenza, l’odio e il possesso ad un fatto del tutto marginale. Appartengono a quella che gli antropologi chiamano “la TRADIZIONE MINORITARIA”, in cui si rifiuta la cultura dell’egoismo e si afferma quella della solidarietà e della compassione. Per quanto mi riguarda, considerato il punto a cui siamo arrivati, abbiamo una sola possibilità di riscatto e di redenzione: conoscere, coltivare e praticare questa nobile tradizione.

Max Strata – Ecologista
 
 
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