La legge di causa ed effetto non perdona… ma insegna!

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Con i tempi che corrono, pieni di disastri, cattiverie, guerre, oppressioni, miserie… molta gente continua a chiedersi “…ci sarà mai giustizia in questo mondo? Perché i malvagi imperano ed i buoni sono sempre vittime?” e simili dubbi.
Il fatto è che anche i cosiddetti buoni molto spesso sono oppressori, magari non di altri uomini ma nei confronti della natura, degli animali, di se stessi. Questi atteggiamenti poi richiedono una compensazione karmica. Questo almeno è il dettame della legge di Causa ed Effetto. La cosa va avanti con slanci pendolari fra alti e bassi, fra bene e male, finché il movimento non si affievolisce e si trova una moderazione, una via di mezzo, come la chiamano i buddisti.
Son convinto che in questo momento storico, visto anche l’enorme aumento della popolazione umana, si sono reincarnati sul pianeta milioni e milioni di animali. Si vede anche dal basso livello di coscienza che contraddistingue la nostra epoca. E si vede soprattutto dalle sperequazioni sociali e dalla violenza interspecista e fra i sessi. Molti perseguitati del passato sono diventati persecutori. Molte azioni cercano una compensazione. In tal modo il male, ovvero la febbre del desiderio di vendetta, prevale sul perdono e sull’amore per il prossimo e per la vita. La vita stessa sembra una punizione. Insomma il destino ci impartisce una lezione spirituale ed ecologica e finché non l’abbiamo appresa siamo costretti a ripetere la prova…
Spesso, durante la mia permanenza in India, diverse persone ponevano domande ai vari maestri presso i quali andavo a soggiornare in merito al destino dei popoli, alla crudeltà di Hitler, alla persecuzione millenaria degli ebrei, alla distruzione delle civiltà meso-americane, alle guerre civili e simili argomenti apocalittici. La riposta dei saggi era sempre più o meno la stessa: “Come esiste un destino individuale esiste anche un destino per le nazioni e per i popoli”.
Insomma par di capire che la summa di atti e coinvolgimenti che videro diverse anime convergere in un particolare momento storico non è altro che un riaggiustamento karmico. Questo non significa che coloro che furono perseguitati come ebrei sono nati sempre in quella religione o razza, anzi parrebbe essere proprio il contrario, e cioè che l’entrata in un particolare karma collettivo sia necessario per un riequilibrio degli opposti. Ad esempio se diversi individui furono perseguitati durante la strage degli Ugonotti pareggiano il conto perseguitando a loro volta, in un’altra condizione gli zaristi durante la rivoluzione bolscevica. Oppure se le anime dei Maya cercano rivalsa si incarnano in Spagna e scatenano la guerra civile.
Quindi perseguitati e persecutori si scambiano le parti a seconda delle circostanze sino al compimento finale ed alla comprensione che son la stessa identica cosa, sono lo stesso sognatore che prende varie forme.
Lasciando da parte questa analisi generale voglio solo soffermarmi un attimo sulla tendenza karmica che contraddistingue il popolo ebraico.
L’esempio più significativo di questa appartenenza è la tendenza al: “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Che siano tutti morti è meglio che qualcuno salvato, soprattutto se quel qualcuno è un “altro”.
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana

Paolo D'Arpini
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