Farina di insetti e transumanesimo…
Un’amica alquanto ribelle ha scritto: “Mi sorprende il totale silenzio dei vegani sulla questione “farine proteiche di grillo”. Miliardi di insetti polverizzati non sono lo stesso esseri vivi uccisi? La nostra è un’epoca mostruosa! Vedo l’insensatezza dilagare intorno a me, se tenti di restare centrata e lucida passi per pazza… io non riesco più a vivere in un mondo del genere. Che cosa aspetta ai nostri figli? Che caxxo di società psichiatrica è questa!?”
Le ho risposto: “Il punto centrale non è solo la farina di grillo. Beh, debbo dire che gli animali frugivori, come ad esempio le scimmie e noi umani, pur non mangiando carne non rifiutano di tanto in tanto piccole integrazioni proteiche, quali uova, miele e talvolta anche insetti o bivalvi, ecc. Però non in dosi massicce ma solo occasionalmente.
Ad esempio le scimmie spulciandosi mangiano le pulci catturate e questo lo facevo anch’io nel periodo in cui convivevo con gatti e cani ed altri animali, che magari mi attaccavano le pulci (che anche schiacciandole non muoiono) il modo migliore per disfarmene, senza usare veleni chimici, era quello di acchiapparle e ingoiarle. Quando stavo in Africa all’occorrenza e per necessità ho anche mangiato termiti e locuste ma tra l’occasionalità dal vivo e l’allevamento industriale di insetti, da servire poi in forma di farine (per non turbare la vista dei consumatori), c’è una grande differenza. Come tra l’andare a caccia con arco e frecce e con una lancia oppure ricorrere all’allevamento industriale con migliaia e migliaia di capi rinchiusi nei capannoni e nutriti con schifezze ogm.
Produrre e vendere farina di insetti è un’altra forma di consumismo e di perdita di libertà di scelta. L’uomo “segue “ ciò che gli impone la società. Il sistema vigente ci impone – in buona parte- il nostro modo di vivere. Questa realtà assurda segue regole ben precise: le leggi del profitto.
Acquistare prodotti che ci vengono imposti con la pubblicità. Uniformarsi a “modelli” che ci vengono suggeriti con insistenza significa seguire un sistema destinato a far la fortuna di alcuni ma non di tutti.
Nel vasto complesso della specie umana si è venuta a creare una spaccatura: gli indirizzi vitali vengono imposti secondo gli interessi da una minoranza al potere. Non siamo più esseri naturali, che perseguono il bene collettivo, non siamo più “umani” ma transumani, apparentemente progrediti ma solo al servizio di una società gerarchica in cui esistono padroni e servi. Ma tutti esclusi dal mondo della natura.
Assoggettati ad un finto benessere e spinti dalla ricerca spasmodica verso il successo siamo finiti su una ruota che sempre gira su se stessa e dove l’alto ed il basso son solo precarie posizioni che si alternano senza portare in nessun luogo. Trascinando in questa folle corsa autodistruttiva la natura stessa, gli animali e le piante.
In risposta rifiutiamo tutti i suggerimenti a cominciare da quelli “religiosi”, la finta politica sociale, la tecnologia che cancella la nostra naturalità, le mode bislacche, le schifezze alimentari, i rimedi sanitari fasulli, i microchip, la chimica venefica, le armi atomiche, le onde elettromagnetiche, la plastica ovunque e comunque, i telefonini e la tv … insomma tutto ciò che “conviene” al sistema.
O volete fermarvi solo al “no grill”…?
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana
Paolo D'Arpini
0