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Contrastare l’inquinamento acustico per salvaguardare la salute psicofisica umana ed animale…

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L’inquinamento acustico costituisce uno dei maggiori problemi ambientali e sociali in Europa, non solo nelle grandi città anche nei piccoli centri; almeno un cittadino europeo su quattro sarebbe esposto a livelli di rumore  oltre i limiti o musiche ad alto volume.

Tra gli effetti nocivi di tale inquinamento sugli esseri umani c’è il disturbo del sonno, che può a sua volta causare problemi più gravi come ipertensione o malattie cardiache.

C’è inoltre una crescente evidenza scientifica circa gli effetti nocivi del rumore antropico  nella comunità umana ma anche  sulla fauna selvatica; in natura, infatti, molte specie ricorrono alla comunicazione acustica per importanti aspetti della loro vita come trovare cibo o individuare un compagno: l’inquinamento acustico può potenzialmente interferire con queste funzioni.

La legislazione europea mira a limitare e ridurre tale inquinamento e mette in evidenza anche la necessità di tutelare e preservare le aree naturalistiche e gli insediamenti storici. Le cosiddette zone tranquille sono una componente importante del paesaggio sonoro  e possono costituire – in ambito urbano ed extra-urbano – un’opportunità per il recupero psico-fisico di cittadini  spesso altamente disturbati dal rumore.

La Direttiva europea sul rumore ambientale definisce zone tranquille extra urbane quelle aree che non sono interessate dal rumore di traffico, industria o attività ricreative, rumore cioè prodotto da attività umane.

Un’area quieta  non è necessariamente silenziosa, ma piuttosto una zona in cui vi siano alcuni tipi di rumore, come il canto degli uccelli, che di solito sono percepiti come piacevoli. Ma anche in caso di straordinari eventi festivi, in cui gli umani hanno diritto a manifestare la loro gioia, non si dovrebbe ricorrere a mezzi tecnologici di amplificazione acustica, svolgendo le esecuzioni musicali entro limiti ed orari accettabili, ed in particolare  mantenendo la selezione musicale in sintonia con la storia e la cultura del luogo.

Allora la musica dal vivo sarebbe un buon corollario per dare gioia alla festa e consentire persino il dialogo tra le persone che si incontrano. Dove invece c’è frastuono prevale lo stordimento e l’assenza di partecipazione. 

Un recente report dell’Agenzia europea per l’ambiente offre una panoramica su come queste zone storiche e naturalistiche potrebbero essere realmente valorizzate, dando beneficio alle popolazioni umane ed animali.

Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana

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