C’era una volta la Rete Bioregionale…
*
Son trascorsi ormai alcuni anni da che il pensiero bioregionale mi ha visitata rendendomi più ricca, non solo intellettualmente ma nelle invisibili, fondamentali sfumature emozionali, esistenziali, che costantemente vengono vivificate attraverso la visione bioregionale.
Questo sentire l’ho percepito direttamente in carne ed ossa in forma di Paolo D’Arpini, da quando lo conobbi e frequentai seguendolo ed essendo da lui seguita in vari incontri. Ma come è iniziato tutto ciò? Come?
Dunque diversi anni fa un conoscente mi consigliò di leggere una rivista di saperi alternativi, se ricordo bene “Olis”, in cui in un trafiletto con una stringata critica veniva pubblicizzato il libro della Rete Bioregionale Italiana “La terra racconta” – mi dissi bè interessante – e tornai ai miei pensieri. In quei giorni passeggiando in libreria alla ricerca di qualcosa per i miei figli piccoli, vidi appoggiati i testi della Rete e così – se mi cerchi e mi trovi – devo leggerti e così feci.
Rimasi ben presto affascinata dal rispettoso, delicato, ma travolgente sapere-pratica, così tanto che mi sentii risucchiata. In seguito ho rivisitato la mia conoscenza teosofica attraverso l’ottica bioregionale e vi ho scoperto l’ideale comune, l’incontro fra spirito e materia, la fratellanza universale. Ci si arriva praticando onestamente qui ed ora, indipendentemente dal partire da uno qualsiasi dei saperi di tutti i tempi.
Cuore e Mente, amore e concretezza, mi apparve evidente come si completassero a più livelli.
Così con le capacità che sono a mia disposizione, organizzai un primo incontro a Perugia, con altri “risvegliati”, in cui cercammo di riflettere ed approfondire la conoscenza bioregionale esercitando attività suggerite dalle sensibilità attivate dai due aspetti menzionati.
In quell’occasione le numerose persone che non trovarono posto nella sala, mi chiesero energicamente di riorganizzare altrove riflessioni sullo stesso tema. Così dipinsi a mano locandine per quando e dove accogliere la suggestione che l’umano egoismo può esser sostituito con l’ecoismo planetario…
Da quella volta ci siamo rincontrati diverse volte, con Paolo e con altri amici, ed attraverso l’incontro abbiamo messo a punto non solo la visione ma soprattutto la pratica. Lo facciamo -e lo faccio- nell’equilibrio “soggettivo” con tutte le realtà, imparando a passeggiare, lavorare, studiare, partecipare attivamente alle sfumature comode e scomode della realtà di cui noi siamo autocoscienza.
Uniti a tutti i livelli con gocce d’acqua, fili d’erba, code al semaforo e al supermercato, lontani conoscenti, interiori esperienze, ricordi, necessità e desideri che pretendono di essere realizzati. Un girotondo di tutti e tutto. Una Terra da consegnare fertile e generosa ai nostri figli.
Siamo come nuvole di pensiero che si fondono con la velocità del vento, parliamo con i mezzi che modernamente sono a nostra disposizione, forse non sono affascinanti come il vento, ma efficaci nel trasmettere … ?
Aurora Bussi – Fonte: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2013/01/la-rete-bioregionale-italiana.html
*
Paolo D'Arpini
0